A chi dobbiamo questo quadro fallimentare? Senza dubbio alla classe professionale che da sempre rivendica il suo diritto esclusivo a gestire la nostra salute, a educare a stili di vita sani e corretti, a prevenire le patologie promuovendo una vita attiva fisicamente, mentalmente e socialmente.
No, non si tratta dei Consulenti in Naturopatia, troppo pochi e ostacolati anche nella loro richiesta di regolamentazione della loro professione, ma della classe medica.


E’ la classe medica, infatti, che cerca in tutti i modi di gestire "in esclusiva"  l’educazione e la promozione della salute e del benessere a tutti i livelli, senza averne le competenze, la cultura specifica, ma specialmente l’atteggiamento e l’approccio corretto. 

Come si può pensare che i medici si occupino di promuovere la salute e il benessere tramite lo stile di vita,  se l’unico loro interesse è la malattia?

Ma perché, ci chiediamo, essi cercano di impedire in tutti i modi, con la forza della loro lobby, che i naturopati professionisti promuovano una sana educazione al benessere e a una vita attiva e in salute, dal momento che essi non se ne occupano e non se ne sanno occupare? Se quelli evidenziati dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sono i risultati ottenuti dalla classe medica in materia di educazione e prevenzione della salute, che futuro si prospetta per i nostri figli educati dai medici, se non affianchiamo a questi ultimi i Consulenti scientifici in naturopatia?