Secondo lo studio citato,  ai pazienti anziani colpiti da demenza o morbo di Alzheimer vengono spesso prescritti farmaci antidepressivi, ma gli studi non hanno dimostrato che servano a qualcosa. Può darsi che non si tratti di depressione vera e propria, oppure che il disturbo, in questa categoria di pazienti, abbia caratteristiche diverse.

Secondo la pratica medica neurologica, poichè i pazienti affetti da morbo di Alzheimer tendono a ricordare solo eventi lontani nel tempo, e a perdere il contatto con la realtà attuale, il rimedio ( così è stato insegnato a noi psicologi dai nostri docenti neurologi), è quello di aiutarli a rivivere i vecchi ricordi, anziché aiutarli a vivere una vita attiva, consapevole, ancora ricca di curiosità e persino di entusiasmo, nonostante le loro oggettive limitazioni patologiche.
 Lo stesso vale per la cura del loro stato d'animo: anzichè aiutare questi pazienti a cercare di interessarsi a cosa avviene nel mondo guidando la loro attenzione verso ciò che di bello, coinvolgente, interessante e positivo esiste, si preferisce somministrare loro farmaci andideressivi, in modo che, ancora più intontiti di prima, diano meno fastidio.

E' vero che, da un certo punto di vista, essi tornano un pò bambini, ma anche i bambini, se correttamente guidati, possono e devono utilizzare il computer per aprirsi al mondo, e sono più felici se possono condividere i loro pensieri e le loro emozioni, anziché inebetirsi con farmaci inutili.

Insomma, come direbbe il Governatore del veneto Zaia: "Ragionateci sopra".