Affermare che la Terra è piatta non è una semplice opinione, ma   implica necessariamente la responsabilità, penalmente rilevante, di affermare che tutti coloro che hanno consapevolmente diffuso o assecondato la falsa credenza della sua sfericità hanno mentito. Questa seconda affermazione ne porta con sé un’altra, anch’essa necessaria: che tutti coloro che erano a conoscenza del fatto che la Terra fosse piatta e hanno elaborato un colossale complotto internazionale per far credere il contrario, hanno commesso un crimine ideologico contro l’umanità (e con enormi ripercussioni politiche ed economiche).


Quindi, affermare che la Terra è piatta non consiste nell’esprimere un punto di vista legittimo e opinabile: significa necessariamente formulare una precisa accusa nei confronti di coloro che, conoscendo tale verità, l’hanno negata e tenuta intenzionalmente nascosta, per denaro o per altro motivo.  


L’ipotesi della terra piatta porta con sé, necessariamente, un accusa della quale i sostenitori delle teorie complottiste devono assumersi la responsabilità, fornire le prove di tali accuse e sostenerle in giudizio.

 Se, infatti, come essi affermano, la terra fosse piatta, tutte le prove della sfericità della terra sarebbero frutto di manipolazioni e falsificazione di dati, perché quella che i terrapiattisti diffondono non è una loro opinione, ma viene da essi presentata come un dato di fatto scientificamente dimostrabile, e che essi non possono dimostrare a causa del complotto internazionale di cui sono vittime. 

Ce n’è abbastanza per incriminare praticamente il Governo dei Paesi più industrializzati del mondo, che hanno partecipato attivamente alle missioni spaziali, e praticamente, tutta la comunità scientifica internazionale.

Non si può liquidare tutto questo con il solito atteggiamento ipocrita di accondiscendenza  e di tolleranza politicamente corretta: si ribadisce che l’ipotesi dei terrapiattisti non si riduce a una semplice opinione, ma implica necessariamente la formulazione di infamanti accuse che ledono la reputazione di migliaia di persone e offendono la dignità e l’intelligenza umana.

 Sono accuse individuali, quelle che discendono necessariamente da queste affermazioni, non affermazioni di principio puramente teoriche.


Ci sembra che sia venuto il momento di smetterla di compatire questi personaggi, confinando le loro farneticazioni nell’ambito della manifestazioni bizzarre della mente umana, e richiamarli alle loro responsabilità individuale. Per esempio, gli astronauti italiani, secondo l’ipotesi della Terra piatta, hanno accettato, probabilmente per soldi (ma i terrapiattisti devono provarlo), di nascondere la verità di una terra piatta che, secondo i terrapiattisti, non possono non aver osservato.


Qui si aprono due ipotesi che discendono necessariamente dalle affermazioni dei terrapiattisti e delle quali le autorità competenti dovrebbero pretendere che essi si assumano le relative responsabilità penali: o gli astronauti non sono mai andati nello spazio, ma, naturalmente, lo hanno fatto consapevolmente e sono stati attivi complici dell’inganno; o ci sono andati,  e hanno accertato che la terra era piatta. 

In entrambi i casi, essi hanno partecipato a questa opera di mistificazione mediatica. Perché? Per potere, o per soldi, o per tutti e due.
Questa colossale associazione a delinquere denunciata dai terrapiattisti, attuata con manipolazione e falsificazione di dati, e che distoglie il denaro dei contribuenti dai fini per cui esso era ufficialmente destinato, ci sembra che meriti un intervento giudiziario per l'accertamento della verità dei fatti non in senso scientifico, ma in senso penale.

Perché, in conclusione, UNIPSI, che si occupa di salute e benessere su basi scientifiche, dovrebbe dedicare spazio a questo fenomeno? Perché esso affonda le sue radici nello stesso atteggiamento mentale che conduce gli omeopati, per esempio, a sostenere come l'omeopatia curi efficacemente il colera (come quasi tutte le malattie) a basso costo e senza effetti collaterali, ma la comunità scientifica internazionale lo tenga colpevolmente nascosto. 

Ne parleremo ampiamente in apposita sede.