Combattere il male, o ricercare e sviluppare il bene?

UNIPSI ha scelto, fin dalla sua costituzione oltre venticinque anni fa, la seconda strada.
UNIPSI e gli Istituti di formazione, in Italia e in Europa, da essa certificati, si occupano di promuovere il bene, il benessere, la qualità della vita, con strumentiate agiscono in armonia con la natura umana (questo è il vero significato del termine naturopatia). 

La competenza a promuovere scientificamente il benessere non è acquisibile tramite la formazione accademica in medicina o in psicologia: queste discipline si occupano del male, e lo combattono,  ma ignorano totalmente quella che è la cura del benessere, confondendo ancora oggi il benessere con l’assenza di malattia o di dolore.
Per le medicine, scientifiche o alternative, la cura del benessere è un fatto assolutamente insignificante, una occupazione futile, frivola, superficiale, inutile.
Solo UNIPSI e le scuole da essa certificate si occupano, invece, di promuovere il bene tramite l’alimentazione, l’attività fisica, la cura della mente e dello spirito, le relazioni umane e sociali impostate sulla comunicazione empatica e costruttiva, la lettura e lo studio, il contatto con la natura e l’esplorazione dell’ambiente (interno ed esterno), la ricerca scientifica, la fruizione dell’arte, la filosofia, la condivisione, lo sviluppo e la diffusione della felicità. Tutto ciò tramite consapevolezza, impegno di studio, promozione di una vita attiva, nel corpo, nella mente e nello spirito, vita all’aria aperta, meditazione e pratiche igienistiche naturali.
UNIPSI e le sue scuole aiutano a godere della vita e del senso del meraviglioso che nasce solo se la si vive ricercandone gli aspetti positivi, e non dedicandosi a combattere qualsiasi disturbo con l’apposto rimedio, con la dieta o con un massaggio “energetico”. Non ci siamo mai occupati, quindi, a differenza di medici e naturopati tradizionali, di diagnosi, di prevenzione, di cura di patologie, disturbi e di tutto quanto rientra nell’ambito di competenza delle Scienze mediche e psicologiche.
La lotta al male non è solo quella percorsa da sempre dalle scienze mediche e dalla psicologia clinica ma, purtroppo, anche da tutte quelle discipline che, nei loro ingenui intenti, pretendono di indicare una via per la salute alternativa a quella medica.
Parliamo della naturopatia e  del counseling tradizionali, delle innumerevoli pratiche e discipline che ruotano nell’ambito molto confuso delle medicine alternative, o discipline “bionaturali” o “olistiche”.

UNIPSI si colloca al di fuori, e in contrapposizione, con la cultura alternativa priva di ogni fondamento scientifico che pretende di occuparsi di cura di disturbi e patologie  in concorrenza con quella medica e psicologica. 

UNIPSI si occupa di qualità della vita  e di ricerca della felicità, e non di malattie; si dedica a ricercare le risorse da sviluppare per promuovere il benessere e una vita da vivere all’insegna della cura del bene in tutte le sue forme, e non della lotta al male  suggerendo rimedi e strumenti per alleviare la sofferenza. Quest’ultima è parte della nostra vita, ma va gestita con competenza e strumenti efficaci, scientificamente fondati e da professionisti abilitati in medicina e psicologia.

Altrimenti, saremo costretti a sopportare ancora per molto, pur nel terzo millennio, affermazioni ingenue e imbarazzanti con le quali i sostenitori delle medicine alternative (totalmente ignari dell’esistenza dei principi della metodologia scientifica e del loro significato) continuano a giustificare il loro utilizzo per la cura di malattie: “ non importa se non è scientificamente provato: su di me ha funzionato, e quindi la cura è efficace”.


Tutto ciò cui si richiamano la naturopatia tradizionale, il counseling, le cosiddette discipline “olistiche”, le filosofie e medicine etniche, orientali, di antica tradizione, deve essere utilizzato per promuovere il bene, non per combattere il male.
E’ una scelta di campo precisa, che chiediamo solo che sia rispettata, perché l’attività di coloro che operano in questo settore, ossia la ricerca della felicità e del benessere, è quotidianamente e sistematicamente fraintesa e ostacolata dall’attività di tutti coloro che hanno trasformato discipline come la naturopatia e il counseling in semplici strumenti per fare business, ponendosi in concorrenza con l’attività di medici e psicologi, e occupandosi abusivamente di malattie, di disturbi, di disagio psichico.
Vorremmo non essere confusi, con superficialità e grossolanità, con le innumerevoli società commerciali che vendono la naturopatia e il counseling  occupandosi del male anziché del bene.
Nonostante le loro affermazioni e dichiarazioni di principio, tutte queste tecniche e discipline si limitano a cercare di curare patologie chiamandole squilibri energetici (o addirittura, come nel counseling psicologico tradizionale, formulando o richiamandosi a diagnosi di competenza medica o psicologica, abusivamente), e il loro approccio resta totalmente allopatico, di lotta al male dopo aver formulato una diagnosi alternativa, o prendendo a prestito quella formulata da un medico. Infatti, esse non fanno altro che svolgere la stessa attività di medici e psicologi, chiamandola in altro modo ma con un solo, ossessivo e accanito interesse: quello per il male.
Sia la giurisprudenza, con numerose sentenze, sia le istituzioni pubbliche ministeriali, sia la comunità scientifica internazionale, non hanno alcun dubbio sul fatto che, ponendosi in concorrenza  (non in complementarietà) con l’attività di categorie professionali già esistenti, queste attività siano da considerare abusive. Ma il business che ruota intorno al soddisfacimento del bisogno di tanti di cambiare vita e dedicarsi alla cura del prossimo, pur senza averne le competenze, è fortissimo, e ormai il mercato della naturopatia, del counseling e delle medicine alternative, così come quello omeopatico, è una realtà contro la quale è difficilissimo opporsi per far prevalere la legalità, la competenza, il rispetto per le competenze altrui e il buon senso.
Ci sono oltre 150.000 patologie in continua crescita, catalogate dalla nosografia medica e psichiatrica, e  ad esse si aggiungono quelle di pura fantasia, come gli squilibri energetici, inventati dalla medicina alternativa (si pensi alle diagnosi “alternative” assurde e prive di fondamento scientifico e di senso, quali quelle di acidosi cronica o ipersimpaticotonia).
Ci sono nel mondo centinaia di milioni di professionisti che operano quotidianamente nella ricerca e nella lotta contro il male: scienziati e ricercatori, medici, psicologi e personale sanitario, parasanitario, farmacisti e biologi, chimici, con tutto l’indotto che ruota intorno alla lotta contro il male. 

Ad essi si aggiungono un numero cospicuo, forse equivalente, di “operatori”, “guaritori” terapeuti e medici alternativi, i quali operano dichiarando di porsi in netta contrapposizione alla scienza medica, ma, nei fatti, svolgono esattamente la stessa attività di lotta al male, semplicemente usando strumenti diversi e per lo più inutili, ingannevoli e illusori.


Bene, ci sembra che l’esercito schierato a combattere il male sia sufficientemente numeroso e ricco di risorse e strumenti per combattere disturbi e patologie ovunque si trovino.


Chiunque soffra di un qualsiasi disturbo, come una banale stitichezza, ha a sua disposizione (in numero di decine di migliaia di professionisti)  medici generici, gastroenterologi, medici dietologi, medici omeopati, biologi “nutrizionisti”, naturopati, personal trainer, esperti in microbiota  e disbiosi intestinale (corso della durata di un weekend), massaggiatori in decine di modalità di manipolazione diverse, terapisti craniosacrali, osteopati e chiropratici, operatori olistici, iridologi, operatori reiki, pranoterapeuti, riflessologi, cromoterapeuti, cristalloterapeuti, persino floriterapeuti  e altre centinaia di “operatori” alternativi alla scienza medica. Bene, ci sembrano più che sufficienti.
Tutti questi personaggi, dilettanti o professionisti, medici o medici abusivi, si dedicano con passione solo ed esclusivamente a prevenire e combattere malattie, disturbi, disagio, mettendo cioè il male, in tutte le sue forme, al centro del loro interesse e di quello del paziente o cliente, attribuendogli non semplicemente più spazio di quello che riservano alla ricerca del bene, del benessere e della felicità,  ma disinteressandosi totalmente di questi aspetti della vita.

Tuttavia, UNIPSI è nata perché alcune persone pensano che la vita non possa essere concepita, come avviene da parte di questi personaggi, solo come una lotta senza quartiere alla malattia, sia essa di origine fisica o psicologica,  e che essa consista semplicemente nel mettere in atto, con l’aiuto di “esperti”, tutti gli accorgimenti ritenuti necessari per prevenire e combattere le patologie.
La vita è quella che noi viviamo quando non siamo impegnati a prevenire e combattere i nostri disturbi, le malattie, problemi e preoccupazioni. I quali, è evidente, fanno parte della nostra vita e non sono né eliminabili né, in massima parte prevenibili. Ma vivere tutta la propria vita all’insegna della prevenzione e della lotta alle malattie è un atteggiamento perverso, malato in sé, nocivo per se stessi e per gli altri, produttivo di nulla, se non di incremento della forza e della diffusione del male.
C’è del bene, nella nostra vita, o almeno in quello della parte più fortunata dell’umanità, che va difeso, valorizzato, sviluppato, diffuso. E’ nostro parere che la necessaria cura delle malattie, condotta combattendole, debba necessariamente essere accompagnata, con almeno altrettante risorse, dalla cura del bene e del benessere.

 E’ evidente che se incrementiamo la qualità e la quantità di bene nella nostra vita, togliamo spazio al male come naturale conseguenza, senza rinforzarlo occupandoci direttamente di combatterlo.
Noi riteniamo che il ruolo della ricerca del bene sia fondamentale e debba essere posto in primo piano rispetto a quello della lotta al male. Semplicemente perché dalla semplice lotta al male può prodursi, fortunatamente, un alleviamento della nostra sofferenza, ma non si produce nulla di nuovo e di buono.
E’ solo ricercando attivamente il bene, migliorando il benessere globale, dedicando maggiori risorse a vivere la vita per quello che di positivo ci offre, che il male, se non eliminato, potrà mai essere tenuto sotto controllo e reso meno doloroso.
Bene, in estrema sintesi, questa è la filosofia di vita che anima le nostre scuole.
Non cerchiamo persone che sappiano utilizzare l’ultimo ritrovato erboristico alla moda, proveniente dalla foresta amazzonica, che può combattere tutte le malattie, dal raffreddore al cancro, né persone che si illudano e che illudano il prossimo sul fatto che la canalizzazione di energia universale in un chakra o in altre regioni di fantasia, o che l’assunzione di qualche goccia di un rimedio floreale possa agire positivamente sulle malattie o i disturbi dei loro clienti. 

Cerchiamo persone serie, che vogliano capire il perché delle cose, che pensino, anziché limitarsi a credere, che sottopongano a verifica tutte le affermazioni che appaiono affascinanti (e quindi poco reali e realistiche). Cerchiamo persone che non cerchino il pezzo di carta che funga da illusorio passaporto per fornire cure abusive, consistenti nel combattere in maniera alternativa gli stessi disturbi di cui si occupa la medicina e la psicologia clinica.


Cerchiamo persone che preferiscano seguire la strada della ricerca del bene, del benessere, della felicità, della qualità della vita, e intendano, anche grazie alle nostre scuole, diventare persone migliori, più preparate, più equilibrate, più colte, in grado di comprendere il prossimo, prima che curarlo, e di fornire in maniera profondamente e genuinamente empatica la loro assistenza come persone sane e competenti, non come prescrittori di rimedi.