Dedicare ogni giorno e ogni appuntamento nel proprio studio, per tutta la vita, ad ascoltare il resoconto di persone in sovrappeso che vogliono dimagrire ma che non ci riescono, senza poter formulare diagnosi e prescrivere le relative cure, ma limitandosi a ripetere tutti i giorni e tutto il giorno raccomandazioni dietetiche che sono sempre le stesse  e stampare  un piano alimentare elaborato da un computer non è, per noi, una attività professionale esaltante, affascinante, edificante e istruttiva come quella di poter aiutare la persona, sulla base della conoscenza dei principi di base dell’alimentazione, dell’attività fisica, della cura delle relazioni umane e sociali, della fruizione dell’arte e del piacere della vita, a vivere meglio, in senso globale ed olistico.


Siamo noi, quindi, che ricordiamo che dietisti, biologi e altri sedicenti nutrizionisti i quali non siano medici, che essi possono redigere diete solo su autorizzazione, indicazione  e sotto il controllo del medico; che essi non possono prescrivere nulla; che tantomeno possono formulare diete o fornire indicazioni terapeutiche circa il consumo di determinati alimenti se il loro cliente non è stato prima diagnosticato dal medico e se le sue condizioni di salute non sono monitorate dal medico.
I nostri consulenti nutrizionisti, invece, considerano l’alimentazione e la nutrizione in maniera diversa, e non sono minimamente interessati (se anche potessero farlo, ma non vogliono farlo) a somministrare diete per il dimagrimento e tantomeno per prevenire o curare patologie dipendenti dall’alimentazione.
Tuttavia,  per molti analfabeti funzionali è inconcepibile che un professionista possa aiutare il prossimo non a curare disturbi ma a migliorare il proprio benessere in senso olistico, e non riescono a concepire l’alimentazione come tutto ciò che una persona fa per alimentare se stessa nelle sue componenti fisiche, affettive,  mentali e spirituali.
Concetto al di là della loro portata, evidentemente, e che è così complesso da non poter essere riassunto in poche righe. Basterebbe leggere il sito delle nostre scuole, dove queste informazioni e queste idee sono pubblicate in maniera chiara e approfondita, per riconoscere che è forse meglio evitare di disprezzare i consulenti del benessere se non si ha la minima idea di che cosa sia e in che ambito operi la loro attività professionale.