“ In occasione della cortese visita  del titolare e del venditore di una azienda di produzione di rimedi erboristici e omeopatici  avvenuto  agli inizi della mia carriera di professionista della salute in ambito naturopatico, ascoltai con molto interesse e partecipazione quale fosse la filosofia di questa azienda, tutta rivolta alla cura in senso olistico della persona, alla valutazione dei suoi bisogni, sempre in senso olistico, all’instaurarsi di una relazione fondata sull’amore, in senso olistico, e condivisi le critiche rivolte alle cure mediche tradizionali, le quali si limitavano ad intervenire sui sintomi, senza occuparsi di una reale educazione alla salute, in senso olistico. Decisi così di mettere alla prova le affermazioni così edificanti di questi personaggi, a quanto pare interessati al benessere, più che alla banale lotta nei confronti dei sintomi delle malattie. 

Infatti, il pregevole opuscolo illustrativo di questa azienda mi aveva insospettito, in quanto recava l’immagine di un bambino imbacuccato per proteggersi dal freddo, sul corpo del quale erano individuate con apposite frecce tutte le aree che potevano necessitare di un intervento farmacologico “alternativo”, per difenderlo dalle aggressioni naturali dell’inverno.  La visione della vita rappresentata da quella immagine non era quella del rapporto con la natura invernale da parte di un bambino, ma una descrizione apparentemente adatta  a fare breccia solo in menti ingenue e immature, che dipingeva l’inverno come una minaccia dalla quale difendersi acquistando e assumendo i prodotti di quell’azienda. Così, lessi che prima di uscire di casa sarebbe stato opportuno somministrare ai nostri bambini un certo rimedio se il tempo era umido, e un altro s’era ventoso. I rimedi erano diversi, però, se dovevano essere somministrati dopo colazione, dopo pranzo, o dopo cena, e ancora diversi a seconda di ciò che il bambino aveva imprudentemente mangiato. Rimedi per le vie aeree superiori e per quelle inferiori, rimedi specifici contro l’eccessiva produzione di muco o contro l’irritazione delle mucose, rimedi per le articolazioni e per la circolazione, e così via. 

Decisi di mettere alla prova, allora, questo approccio olistico tanto sbandierato dai personaggi che avevo di fronte e accennai al fatto di avere un leggero mal di testa. La loro reazione fu immediata: immersero le mani nelle loro borse alla ricerca del flaconcino di rimedio che più poteva essere utile allo scopo, e non trovandolo, mi segnalarono quali, tra gli innumerevoli prodotti disponibili, potevano essere più utili a seconda che tale mio disturbo dipendesse da problemi digestivi, climatici, nervosi, e così via. L’approccio olistico, la cura della persona nella sua globalità, il rifiuto di intervenire soltanto per alleviare i sintomi della malattia, era diventato immediatamente lettera morta nel momento in cui queste persone abbandonavano il mondo della propaganda e dell’immagine che volevano dare al pubblico, per svolgere quello che, in realtà, è il lavoro in cui credevano, e cioè la lotta allopaticamente intesa alla malattia, proprio quella che essi criticavano come limite della medicina “ufficiale”.