Lo scopo è evidentemente quello di illudere gli aspiranti naturopati e counselor circa l’esistenza di un percorso formativo simile, analogo o assimilabile in qualche modo a quello di un corso universitario, in modo da rivestire i loro corsi, che di per sé non possono offrire alcuno sbocco serio, di una veste formale di ufficialità puramente ingannevole.
Per coloro che non lo sapessero, i corsi di laurea triennali previsti dal nuovo ordinamento sono istituiti dal Ministero dell’Istruzione universitaria e della ricerca scientifica secondo la precisa normativa in materia, che si applica anche alle Università private riconosciute e parificate, tra le quali non esistono scuole in counseling, naturopatia o medicine alternative. Questo perché l’insegnamento universitario è costituito di un percorso complesso e articolato, fondato sul sistema dei crediti formativi, per nulla paragonabile a quelli improvvisati dalle scuole di naturopatia.

Si consideri, per esempio, che per il conseguimento della laurea triennale in psicologia sono richiesti 180 crediti (oltre al superamento di un test di ingresso, che nessuna scuola di naturopatia, naturalmente, prevede). Di questi, 160 sono quelli legati agli esami (circa venti). Si noti come un esame da quattro crediti richiede la frequenza di ben 32 ore frontali di lezione. Ciò significa che, per arrivare a 160 crediti, il numero di ore di lezioni frontali è di ben 1280, cui si aggiungono le 1000 ore di tirocinio più un numero imprecisato ma consistente per la redazione della tesi di laurea. Come si vede, supera le 2000 ore in tre anni.

 A seguito di un attento esame dei programmi di insegnamento delle più diffuse (e meno serie) scuole di naturopatia, a partire dal 1999 fino al 2019, chiunque può osservare come tutti sono stati modificati sostanzialmente ogni anno: molte scuole insegnavano ancora, all’epoca, omeopatia (alcune ancora oggi), per poi abbandonarla completamente; alcune insegnavano medicina tradizionale cinese, oppure farmacologia, per poi abbandonarle al loro destino o riducendole a vaghi cenni; altre hanno dedicato un solo weekend ai fiori di Bach, per poi portarne il carico didattico a sei l’anno successivo, e ridurlo ulteriormente l’anno dopo. Moltissime materie sono nate e scomparse nel giro di un anno, a seconda della moda del momento. 

Il numero di ore complessive è stato portato (ma solo formalmente) a 1200 senza che fosse stato modificato il numero dei weekend di frequenza, i quali restano ancora oggi poco più di una ventina in tre anni, con un numero di ore di lezioni frontali che non supera, in realtà, le 400 ore effettive.

Si noti come le scuole amatoriali e poco serie non fanno mai riferimento, invece,  alla qualità e alla mole di studio: esse si riferiscono sempre a corsi di durata almeno triennale, ma mai a quali e quanti siano i testi di studio che compongono il materiale didattico. La Federazione Italiana Naturopati e la Federazione Italiana Couseling, accogliendo la delibera n° 4 del 5 aprile 2020 di HSA, conforme alle Linee Guida europee, richiede che lo studio, per almeno 1800 ore, sia rapportato a quello di testi per un minimo di 4800 pagine, senza far riferimento ala durata del corso. I testi messi a disposizione delle scuole amatoriali di naturopatia non sono costituiti di più di qualche centinaio di pagine, e le ore effettive di lezione non superano  le 400 in tre anni.