Noi abbiamo provato a informare circa il fatto che nessuna legge al mondo prevede l'obbligo ( ma neppure la raccomandazione) di iscriversi a una associazione di categoria per poter svolgere legittimamente l'attività di counselor o di naturopata, ma la propaganda della maggior parte delle scuole (il cui business ruota anche intorno a questa bufala) è quella che sembra più efficace nel convincere del contrario gli ingenui e gli analfabeti funzionali.

Neppure si comprende quale vantaggio possa mai offrire e abbia mai offerto il versare qualche centinaio di euro l'anno per far parte di una associazione privata, priva di validità e rappresentanza legale della categoria, se non per poter partecipare, a proprie spese, a qualche convegno, raduno o evento organizzato per riunire tutti gli sprovveduti creduloni, in modo che possano "suonarsela e cantarsela da soli": "Sì, anche quest'anno, dopo trent'anni, non abbiamo ottenuto il riconoscimento della professione, ma il prossimo sarà l'anno buono",  "siamo vittime di un sistema corporativo  e dei poteri forti delle multinazionali", "Ho sentito che in Guatemala è stata approvata una legge che ci riconosce",  "qui non ci riconoscono perchè è tutto un magna-magna".

Nel frattempo, grazie a questi personaggi e a queste organizzazioni, le nuove professioni serie, che si occupano di salute e benessere e non di medicina o di psicologia praticata abusivamente, sono costrette a spiegare  quotidianamente che non esiste nessun obbligo di questo tipo, e neppur nessun vantaggio  dal dichiararsi membri di associazioni, specialmente quando queste siano quelle che sono state ufficialmente dichiarate dal Ministero rappresentanti di scuole che non possono insegnare le materie che insegnano, perchè si tratta di materie di competenza di altre categorie professionali già esistenti, come i medici e gli psicologi.