Tutti, ma proprio tutti, a questo punto, e non solo le persone che risultano positive o affette dalla malattia, devono affrontare una situazione che va innanzitutto curata sotto il profilo strettamente clinico e organico, ma che ha risvolti, a nostro parere sottovalutati, per quanto riguarda la salute psicologica. 

Purtroppo, questa situazione ci obbliga a constatare come la mentalità diffusa è ancora quella rigidamente biomedica secondo la quale il male che ci affligge può essere oggetto di cure solo da parte di due categorie, con esclusione di tutte le altre: i medici e i sacerdoti. 

Il fatto che miliardi di persone debbano fare i conti tutti i giorni con la preoccupazione per la salute propria, di amici e familiari, oltre che con l'ansia per i risvolti economici e sociali di questa emergenza, il fatto che nessuno possa più uscire di casa per trovare conforto in parenti e amici, il fatto che nessuno di coloro che vivono in città possa neppure scaricare ansia e tensione prendendo una boccata d'aria buona o facendo una passeggiata o attività fisica al parco,  il fatto che una moltitudine di bambini e anziani, disabili, persone che necessitano di assistenza siano abbandonati a se stessi, privati del conforto di una presenza umana, e sottoposti dai media a un lavaggio del cervello martellante che prospetta solo un peggioramento della situazione, tutto questo è assolutamente indifferente per tutti i Governi del mondo. La salute psicologica non solo conta meno di quella somatica, ma non conta proprio nulla.

Ci sono, solo in Italia, decine di migliaia di psicologi regolarmente abilitati, il cui compito fondamentale, tra gli altri, è quello di fornire conforto e supporto  al disagio che affligge tutta la popolazione, al di là di situazioni patologiche. A nessuno è passato per la testa di proporre di fornire assistenza e supporto psicologico, anche gratuitamente e volontariamente, da parte della categoria degli psicologi, in maniera organizzata, sistematica e capillare, chiamando a raccolta volontari tra i professionisti, gli psicologi in pensione oppure gli studenti delle scuole di specializzazione in psicoterapia, o tra i tirocinanti della Magistrale in psicologia. Si guarda con sufficienza mista a simpatia all'iniziativa individuale, alla seduta in teleconferenza occasionale e rimessa alla buona volontà del singolo professionista, ma non esiste neppure l'idea di considerare gli psicologi un presidio per la salute psichica che dovrebbe essere mobilitato e organizzato a livello centrale. Peccato, siamo totalmente inutili. 

I medici continuano a pensare che, di fronte alla malattia organica, tutto il resto debba passare in secondo piano, perchè non riescono a concepire l'esistenza di quella stranezza che alcuni psicologi chiamano salute mentale (non malattia mentale).

L'Ordine degli psicologi continua a concepire il ruolo dello psicologo come del medico di serie B che cura disturbi psichici,  e a individuare i destinatari dell'intervento psicologico solo tra le categorie protette più tradizionali e alla moda: disabili, tossicodipendenti, affetti da disturbi del comportamento alimentare e da autismo o sindrome di Down, depressi, pazienti in riabilitazione da traumi e interventi chirurgici. 

Insomma, se siete "normali" nel senso che non  siete affetti da malattie organiche o psichiche, da disabilità, da disturbi di qualche tipo, ma siete solo disperatamente soli, lasciati a voi stessi di fronte a una situazione che crea solo ansia e malessere psicologico, ma anche se siete risultati positivi all'infezione o siete preoccupati per la salute di parenti e amici, abbandonate ogni speranza: gli psicologi, a quanto pare, non servono a niente.