Non solo, anche qualsiasi piantina che si azzardi a spuntare nel raggio di qualche metro dalla pianta ospite viene tritata senza pietà. Così, non è raro vedere delle piazzole perfettamente circolari sotto le acacie, prive di qualsiasi vegetazione, chiamate i "giardini del diavolo" dalle popolazioni locali.

A prima vista tutto bene, quindi: solo uno splendido esempio di simbiosi mutualistica. Tuttavia le cose non stanno proprio in questi termini e di recente numerosi studi fanno emergere un quadro più inquietante. Sotto la facciata di un idilliaco rapporto di reciproco beneficio, sembrerebbe nascondersi una turpe storia di manipolazione e inganno.

Il nettare fiorale destinato alle formiche infatti, non contiene solo zuccheri, ma anche alcaloidi che inducono dipendenza e aminoacidi non proteici come l'acido gamma-amminobutirrico (GABA), taurina e beta-alanina che svolgono un'importante funzione di controllo sul sistema nervoso degli animali, regolandone l'eccitabilità neuronale e, quindi, il comportamento. "Ciò che si è scoperto – afferma il professor Mancuso – è che le acacie si comportano come degli spacciatori provetti: prima adescano le formiche col nettare dolce e ricco di alcaloidi e, una volta dipendenti, ne controllano i comportamenti, ad esempio aumentandone l'aggressività o la mobilità sulla pianta semplicemente modulando la quantità e la qualità delle sostanze neuroattive nel nettare. Comportamento sorprendente per degli esseri che continuiamo a percepire come indifesi e passivi ma che, proprio perché radicati al suolo, hanno fatto della loro capacità di manipolare gli animali attraverso la chimica, una vera e propria arte".